Messaggio di una paziente sconosciuta.
La scarsa o nulla efficacia dei farmaci comunemente adoperati nella terapia della poliabortività, tristemente nota alle pazienti che soffrono di questa patologia, è ignorata (se non del tutto ignota) non solo agli specialisti, ma anche agli estensori delle linee guida. Per questo ho ritenuto utile, se non altro per le pazienti, di riportare il caso clinico di una donna che, come si apprenderà leggendo, non conosco se non via SMS!
“ Gentile dottore,
le scrivo solo per ringraziarla, anche se non ci siamo mai conosciuti. Ho 36 anni ed una storia di poliabortività (5 aborti – gli embrioni che siamo riusciti ad analizzare erano sani), ed una sesta gravidanza felicemente conclusasi con la nascita della mia meravigliosa bambina 4 mesi fa. Dopo aver girato ovunque in Italia e all’estero, mi sono imbattuta per caso in alcune sue pubblicazioni online, ed ho fatto la sua terapia… Ammetto che l’ho fatto di testa mia e contro il parere dell’ultimo medico che mi seguiva. Le scrivo solo per dirle che, qualora qualche informazione aggiuntiva le possa essere utile per i suoi studi, sono a sua completa disposizione. Dirle grazie mi sembra riduttivo, le devo la vita della mia bambina!”
Non senza commozione, ho risposto a questa gentildonna che la nascita della sua bimba è una gioia anche per me, e le ho chiesto ulteriori informazioni, che sono giunte prontamente.
“Caro Professore:
Grazie! Di seguito le risposte. Le elenco per punti. Cerco di essere schematica:
Dopo il secondo aborto ho fatto tutti gli esami per la poliabortività di coppia, inclusi quelli meno comuni, tipo la tipizzazione HCL (?) e l’esame per l’X fragile. Nessun dato rilevante, tranne una mia leggera positività ad anti-fosfolipidi (definita a basso rischio dal prof. M…, uno dei massimi esperti in Italia, che lavora alla Clinica M…, vicino a dove viviamo). Terza e quarta gravidanza trattate con progesterone- cardioaspirina–eparina-deltacortene, terminate entro il terzo mese. Quinta gravidanza: ho fatto una terapia di immunoglobuline endovena (che sono riuscita ad ottenere tramite un medico amico di famiglia), più tutte le terapie sopra elencate, ma sempre interrottasi spontaneamente. Alla sesta gravidanza ho fatto la sua terapia da circa un mese prima di rimanere incinta, ed è nata la bimba. Sia io che lei godiamo di una salute eccellente. Lei aveva solo un basso peso alla nascita per depositi placentari di fibrina, ma è sempre stata benissimo…”.
Desidero esprimere a questa gentile signora tutta la mia gratitudine per la sua cortese quanto inattesa testimonianza. L’ostinata applicazione dei suggerimenti delle linee guida è la conseguenza dei vizi più diffusi nelle società e nelle accademie italiane ed estere: l’ignoranza, la superficialità, la mancanza di senso critico. La spiegazione scientifica dell’inefficacia dei
farmaci comunemente usati può essere desunta dai dati della letteratura più accreditata, e un po’ alla volta sarà oggetto della mia trattazione.