Perdite Ematiche ‘Dell’Impianto” e Perdite ‘Del Giro Del Mese’
Il concetto più fondato e solido nel mezzo secolo della mia vita professionale è che durante la gravidanza normale non si debbano verificare perdite ematiche. Tuttavia di recente sento dire spesso dalle mie pazienti che presentano piccole emorragie durante le prime settimane: ‘sono le perdite dell’impianto’ – quasi a voler affermare che in questa fase debba verificarsi di norma una perdita ematica. Al contrario, voglio chiarire che le perdite ematiche vaginali durante la gravidanza hanno sempre un significato patologico, salvo che all’inizio del travaglio di parto, alla cosiddetta ‘espulsione del tappo mucoso’: ‘la donna marca per la prima volta !’ – si usa dire in questo caso, a sottolineare la normalità del fatto.
La gravidanza normale invece non si accompagna mai a perdite ematiche vaginali. Anzi, per essere più precisi, durante la gravidanza fisiologica non devono verificarsi perdite ematiche provenienti dal sito d’impianto, in quanto il processo che determina questo luogo, e cioè l’invasione della mucosa uterina da parte dei villi coriali del bimbo, avviene in un sistema chiuso, dal quale il sangue non deve sfuggire. Dunque, se si verificano perdite ematiche vaginali durante le fasi iniziali della gravidanza, e se esse provengono dal luogo dell’impianto, non si può essere tranquilli, ma bisogna al contrario ritenere che l’invasione dei villi coriali non stia avvenendo in modo normale: cioè, bisogna concludere che si tratta di ‘minaccia di aborto’.
La mia personale opinione è inoltre che in presenza di una minaccia di aborto sia opportuna sempre una terapia anti-abortiva: anche nei casi in cui la perdita ematica è di lieve entità, perché non esiste alcun metodo, alcuna indagine, per stabilire se una piccola emorragia diventerà più profusa nelle ore o nei giorni successivi. Vi sono al contrario colleghi che assumono un atteggiamento per così dire ‘fatalista’: essi non credono all’efficacia dei farmaci anti-abortivi, e non li prescrivono. Alla paziente dicono che ‘se è destino che la gravidanza proceda, essa procederà ugualmente, anche senza alcuna terapia’.
Analoghe alle perdite ematiche dalla sede dell’impianto sono quelle che talora si verificano mensilmente, in coincidenza con la fase della mancata mestruazione: ‘nel giro del mese’, come si usa dire. Queste sono frequentemente accompagnate da una sintomatologia simile a quella mestruale: dolori lombo-sacrali, malessere, contrazioni uterine più o meno accentuate. Le perdite ematiche di questo tipo tendono a ripetersi fin verso il quinto mese, ed il meccanismo che le determina, per quanto è a mia conoscenza, non è mai stato studiato. Sulla base delle mie conoscenze e della mia esperienza posso fare le seguenti affermazioni. Innanzitutto esse provengono, si, dalla cavità uterina, ma non da quella sua parte nella quale si sta verificando l’impianto. Posso testimoniare infatti di aver osservato diverse gravidanze andate a buon fine nonostante il ripetersi mensilmente di emorragie tanto profuse che, se la loro provenienza fosse stata il sito d’impianto il feto invece ne sarebbe certamente morto. Da dove proviene dunque il sangue che la gestante perde in corso di gravidanza ma nel giro del mese? L’unica spiegazione possibile è che esso provenga da zone di mucosa uterina non interessate dal processo dell’impianto. Questa mia interpretazione implica però un concetto che non mi risulta sia mai stato considerato dalla ‘scienza medica’, anche se esistono evidenze in suo favore, e cioè che il meccanismo che regola la mestruazione non sia completamente spento almeno nella prima metà della gravidanza. Ne fanno fede quei casi, abbastanza noti, in cui le mestruazioni continuano a verificarsi, di modo che la gravidanza resta a lungo misconosciuta, ed è difficile talora stabilire con esattezza quando sia effettivamente iniziata.
In ogni caso però quel sangue è sottratto alla madre, e non alla nutrizione fetale, e dunque il bimbo non ne risente.
Si può allora ritenere che le perdite del giro del mese non siano pericolose, o che siano addirittura normali?
Certamente no, in quanto il meccanismo di tipo mestruale che le determina è di natura infiammatoria, e come tale è in grado di indurre l’aborto. Ciò che bisogna temere dunque non è la quantità della perdita di sangue, bensì la sintomatologia dolorosa lombo-sacrale ed uterina, legata alla liberazione delle sostanze infiammatorie che innescano le contrazioni uterine: le prostaglandine.
In questi casi di perdite ematiche vaginali sopra descritte la terapia anti-abortiva è pertanto necessaria.